L’ombra non è “single”

LA MOLTIPLICAZIONE DELLE OMBRE: SORGENTI PUNTIFORMI ED ESTESE.

Possiamo riprendere, a questo punto, l’esame delle ombre, per concentrare la nostra attenzione su un aspetto che viene solitamente  trattato in modo troppo sbrigativo: la nitidezza dell’ombra.

Quando si lavora, infatti, con sorgenti non puntiformi ( fiamme, lampade, sole ) il contorno dell’ombra ci appare leggermente sfumato o “sfuocato” ( come si dice in termini fotografici).

Nei manuali è riportata una spiegazione classica del fenomeno, che introduce la distinzione tra ombra penombra ( quasi – ombra ).

31_sorgente_puntiforme     31_sorgente_estesa

Riteniamo che la questione meriti un approfondimento, perché riguarda  un aspetto importante della “qualità” delle immagini.

1_ombra triplaAccendendo una seconda sorgente puntiforme ( un LED o una candela) si produrrà una seconda ombra leggermente spostata rispetto alla prima.

Non è detto che questo venga immediatamente percepito dai ragazzi. In prima battuta, essi tendono a dire che “l’ombra si è sfuocata“. E’ probabile che questo dipenda da una visione “olistica” dell’ombra come un tutto unico, di un’ombra al singolare.

Superata questa fase, grazie anche alla accensione di altre candele, si arriverà a parlare, invece,  di ombra al plurale: ombra come sovrapposizione di più ombre, ognuna delle quali è prodotta da una  diversa sorgente.

Quando le candele vengono allineate facendo opportunamente ruotare il candelabro le ombre corrispondenti si sovrappongono determinando una maggiore definizione del contorno.

Le candele allineate possono essere considerate come una sorgente “puntiforme” , le candele disposte frontalmente costituiscono una sorgente “estesa”.

Possiamo immaginare, quindi, di scomporre una qualunque sorgente estesa in un insieme di sorgenti puntiformi, ognuna delle quali produrrà una ombra che da ora in poi  chiameremo  ombra elementare.

LA NITIDEZZA: UNA DEFINIZIONE “ORIGINALE” 

Quanto fatto sinora ci permette di dare una definizione “analitica” del concetto di nitidezza dell’ombra , che , meglio del generico termine penombra,  corrisponde alla moderna interpretazione della formazione delle immagini.

Parlare di ombra e penombra rischia di attribuire una diversa qualità alla parte centrale ( quella più scura ) rispetto alla parte periferica , rinforzando in tal modo la visione “olistica” di entrambe.

Noi preferiamo pensare, invece, che la nitidezza dell’ombra risulti dalla sovrapposizione delle ombre elementari prodotte dai singoli punti della sorgente estesa, e che la nitidezza dipenda dal grado complessivo di questa sovrapposizione.

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