Il mosaico di Monreale: un caso di “illuminazione”

IL MOSAICO DI MONREALE: UN CASO DI “ILLUMINAZIONE” DELLA MENTE

Al di là del valore culturale e religioso di una riflessione su questi temi, ci interessa sottolineare sul piano metodologico come l’accostamento di piani differenti ed autonomi, quali certamente sono quello scientifico e quello teologico, possa stimolare la mente a concepire associazioni ed ipotesi più originali, di quelle suggerite da una lunga consuetudine mono-disciplinare.

La contemplazione del mosaico di Monreale, unita alla rilettura dei relativi versetti della Bibbia, ha prodotto, ad esempio, una sorta di “illuminazione” sulla formulazione di un problema che affronteremo compiutamente quando parleremo della formazione delle ombre e delle immagini.

Per il momento ci limiteremo a ricostruire i passaggi che hanno prodotto questa “illuminazione”.

… A NOSTRA IMMAGINE … SECONDO LA NOSTRA SOMIGLIANZA

Mosaico Duomo di Monreale

“ Iddio disse : facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza …
( Genesi, 1. 27 )
Allora il Signore Iddio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.”
( Genesi, 2. 7 )

Il primo aspetto che ci ha colpito di questi versetti è la distinzione che sembrano voler stabilire tra immagine e somiglianza.

Poiché abbiamo imparato che ogni distinzione linguistica nasconde una distinzione concettuale, ci siamo riservati di approfondire la questione in un secondo tempo.

Ci siamo, invece, soffermati sull’altra distinzione tra corpo e immagine, che a prima vista potrebbe sembrare più ovvia e comprensibile, se non fosse per il corto circuito creato dal senso comune che ci fa credere di “vedere gli oggetti” e non le “immagini degli oggetti. 

Questo corto circuito è alimentato quotidianamente dalla visione diretta che abbiamo degli oggetti, nella quale nessun mediatore sembra interporsi tra i nostri occhi e le cose che guardiamo. Soltanto l’esperienza dell’ombra, degli specchi, delle lenti e della camera oscura comincerà a farci vedere un’immagine staccata dall’oggetto.

La riflessione su questi versetti può costituire una utile introduzione a questo aspetto.

IL CORPO PLASMATO

In questo caso il corpo materiale dell’uomo plasmato da Dio ha già ricevuto una forma , ma non ha ancora né vita né immagine.
Queste le riceverà soltanto attraverso la luce (che è vita).

Il primo caso in cui si verifica la separazione tra corpo e immagine è sicuramente quello della formazione dell’ombra.
Se nel mosaico fosse stata rappresentata anche l’ombra del corpo avremmo potuto affermare che l’ombra è l’immagine del corpo dell’uomo e, al tempo stesso, immagine di Dio ( la sorgente di luce ).

Nello schema iconografico del mosaico la mente “distorta” del fisico (ci perdonino i critici d’arte e i teologi) riconosce :
1) Una sorgente primaria di luce ( Dio).
2) Raggi di luce emessi dalla sorgente;
3) Un supporto materiale capace di rendere visibile l’immagine di Dio fattasi umana ( il corpo dell’uomo plasmato con la polvere della terra).

Ma, allora, l’ombra è ombra di che cosa? Del corpo o della sorgente ?

Noi siamo abituati a pensare che l’ombra sia solo immagine del corpo; diciamo addirittura che sono i corpi a proiettare la loro ombra, rimuovendo di fatto la sorgente e il reale meccanismo della proiezione.

Se le suggestioni del mosaico di Monreale sono fondate, l’ipotesi da verificare è che l’ombra sia al tempo stesso immagine del corpo e della sorgente luminosa.
Esaminando più attentamente l’ombra dovremmo poter riconoscere in essa sia la  forma del corpo che la forma della sorgente.
Una ipotesi del tutto originale, almeno rispetto alle trattazioni correnti. Ne rimandiamo, tuttavia, la verifica ad momento  successivo, nel quale tratteremo più approfonditamente la formazione delle ombre.

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