Perché la visione?

PERCHE’ LA VISIONE ?

La rilevanza culturale del tema della visione

Tra gli ambiti fenomenologici che potevamo scegliere per dare avvio al nostro lavoro, quello della visione ci è parso particolarmente adatto ad una riflessione di ampio respiro.

“Vedere” è un processo estremamente complesso che avviene in modo “automatico” e largamente inconsapevole: sappiamo fare molto più di quanto ancora oggi non sappiamo…

Il passaggio dalla conoscenza comune alla conoscenza scientifica in questo ambito fenomenologico richiede di affrontare alcuni snodi concettuali che nel loro insieme possono caratterizzare una formazione scientifica che abbia valore autenticamente culturale.

In un percorso di apprendimento longitudinale potranno essere affrontati più volte, a livelli via via più avanzati, e con una costruzione progressiva delle reciproche relazioni. ( M. Gagliardi, E. Giordano, Progetto SeCIF 2002 )

La dialettica/opposizione tra luce e ombra, tra luce e tenebra è tra le principali del pensiero filosofico e religioso e della produzione artistica e culturale (Bibbia e Nuovo testamento, Dante e la Commedia, arti figurative, linguaggio, …)

Sul piano linguistico e letterario basterebbe considerare il ruolo che la luce svolge nell’antico e nel nuovo testamento o nella Divina Commedia ( dal Fiat lux come primo atto della creazione, al Vangelo della luce di Giovanni, al Paradiso dantesco). La relazione luce/ombra costituisce, infatti, la matrice sia dei traslati che delle figure retoriche che governano il senso delle singole espressioni e delle singole parole.

Sul piano filosofico ed epistemologico il tema della visione ha rappresentato un tema di fondamentale importanza per lo sviluppo stesso del pensiero. Platone, in particolare, nel VII libro della Repubblica, introduce con il mito della caverna il problema del valore e della attendibilità delle immagini che la vista permette di osservare. Possiamo fidarci di ciò che vediamo? Oppure non dobbiamo cercare altre vie per giungere alla verità?

Sul piano specifico della metodologia scientifica l’ottica geometrica consente di chiarire, in modo naturale ed esemplare, il ruolo del linguaggio matematico ( geometria, proiezioni, similitudini, proporzioni … ) nella trattazione di questioni scientifiche.

Il tema della visione richiede anche una riflessione sugli aspetti fisio-neurologici del funzionamento dell’occhio e del cervello, e costituisce l’occasione per una significativa integrazione con le discipline biologiche.

E’ impossibile, inoltre, trattare di immagini ottiche senza aprire una parallela riflessione sulla produzione che delle immagini fanno gli artisti nei diversi campi della loro attività (pittura, scultura, architettura, fotografia, cinematografia, ..). Lo studio delle ombre e del chiaroscuro, le leggi della rappresentazione prospettica, l’uso il colore, la creazione di illusioni ottiche, sono soltanto alcuni esempi di questa riflessione.

Non è da trascurare, infine, la valenza psicologica ed emotiva che un percorso di questo tipo può avere non solo sugli allievi più piccoli, ma anche sugli interlocutori più grandi, soprattutto se proposto con l’ausilio di adeguate tecniche di spettacolarizzazione.

Per dare una idea della complessità degli intrecci tematici che si incontrano in un percorso di questo tipo, vi proponiamo alcune mappe, che assomigliano fortemente a labirinti.

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