FISICA PER GENITORI

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Una riflessione sul ruolo che i genitori possono svolgere nell’educazione scientifica dei propri figli, anche dopo il loro ingresso nel sistema scolastico.

Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)

“Il Piccolo Principe” – Antoine de Saint-Exupery

COME E’ NATA L’IDEA DI UNA “FISICA PER GENITORI”

L’eccitazione con cui i bambini raccontavano a casa gli esperimenti fatti a scuola, ha incuriosito i genitori, che hanno chiesto di condividere le esperienze e le emozioni dei loro figli.

Sono iniziati così i primi incontri nei quali abbiamo ripetuto gli esperimenti e riflettuto sulla loro valenza formativa. Si è trattato di esperimenti molto semplici, realizzati con materiali di uso quotidiano, che hanno riguardato le proprietà  dell’Aria e dell’Acqua (i primi due “elementi” del nostro Progetto intitolato Aria, Acqua, Terra e Fuoco).  

E’ stata l’occasione per mostrare che la Fisica non è quella “brutta bestia” che ci ha tormentato sui banchi di scuola, che può essere anche divertente e, soprattutto, che essa è alla base del nostro rapporto con il mondo in cui viviamo immersi.

Una volta superata l’idea della Fisica come materia “ostica” e “specialistica”, riservata a pochi “addetti ai lavori”, e’ stato del tutto naturale che i genitori cominciassero a interrogarsi su quale potesse essere il loro contributo attivo in questo progetto di formazione scientifica dei loro bambini.

A prima vista sembrerebbe non esserci molto spazio per un ruolo di questo genere.

L’ostacolo principale, a nostro avviso, e’ rappresentato da un atteggiamento di “delega” che scatta nel momento stesso in cui il bambino varca la soglia della scuola ed entra nel Sistema della “Pubblica Istruzione”.

A quel punto il compito formativo svolto dai genitori nei primi tre anni di vita del bambino sembra esaurirsi, per essere affidato ad operatori professionali (gli insegnanti), che provvederanno ad una formazione più specifica (lingua, scienza, arte, musica, …), per la quale occorrono competenze che travalicano quelle di cui i genitori possono disporre. Non è un caso che la “Scuola Materna”  sia stata ribattezzata come “Scuola dell’Infanzia”, quasi a indicare la necessità di una sorta di “svezzamento” dalla tutela materna e familiare. 

Questo necessario ampliamento dell’orizzonte formativo del bambino non significa, tuttavia, che i genitori debbano limitarsi a un ruolo di pura “assistenza” e non possano partecipare attivamente alle attività educative e didattiche nelle quali i loro figli sono quotidianamente impegnati.

Esistono buone ragioni per ritenere che questo sia possibile, una volta che i genitori vengano messi in condizione di comprendere e condividere il progetto formativo che gli insegnanti portano avanti con i loro bambini.

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