“Non credo ai miei occhi” Lezione-spettacolo sulla visione

La sperimentazione effettuata nella Scuola Media “Mario Pupilli“ di Grottazzolina, inserita nella manifestazione “La scuola fa cultura“, ha creato le condizioni favorevoli per tentare una trasposizione teatrale del percorso didattico interdisciplinare “La luce e l’ombra, l’occhio e la visione”, realizzato nel corso dell’anno.

La messa a disposizione del Teatro “Ermete Novelli“ da parte dell’Amministrazione Comunale, presieduta dal Rag. Mariano Ambrogi, e la collaborazione tecnica del Gruppo Teatrale “Il Melograno“, nella persona del Presidente Marco Conti, hanno consentito di realizzare la messa in scena di una Lezione-Spettacolo sul tema della visione intitolata “Non credo ai miei occhi”, alla quale hanno assistito alunni, genitori, insegnanti e un pubblico esterno alla scuola.

locandina

La lezione-spettacolo è andata in scena il 25 maggio 2013 al Teatro “E. Novelli” di Grottazzolina.

UN GRANDE MODELLO DI TEATRO SCIENTIFICO: IL “DIALOGO” DI GALILEO

L’idea di una scienza che sia anche teatro potrebbe essere fatta risalire, a nostro avviso, al fondatore stesso della scienza moderna, cioè a Galileo. Le sue opere fondamentali, Il Dialogo dei Massimi sistemi del mondo e i Discorsi sopra due nuove scienze, sono scritte, infatti, come un vero e proprio copione teatrale, in forma di dialogo fra i tre personaggi: Simplicio, Salviati e Sagredo.

Questo schema ci è sembrato esemplare per la messa in scena di un processo di apprendimento, che attraverso il dialogo cerca di accompagnare l’allievo nel passaggio critico dalle concezioni di senso comune alla acquisizione delle concezioni scientifiche.

Simplicio, l’aristotelico, non è, infatti, un “sepliciotto”, ma rappresenta il pensiero corrente, il senso comune rafforzato e confermato continuamente dall’esperienza quotidiana e dal linguaggio comune. Salviati, invece, è il seguace di Galileo, che sta imparando ad andare oltre le apparenze e il senso comune, mediante l’applicazione del metodo scientifico, basato sul ragionamento unito all’esperimento e alla misura (la sensata esperienza).

In Sagredo abbiamo voluto individuare la figura del moderatore del dialogo, che frena le intemperanze di Salviati e lo invita al rispetto per le ragioni dell’avversario. Nella nostra intenzione Sagredo rappresenta il ruolo dell’insegnante che “media” tra il pensiero spontaneo dell’allievo e l’eccessivo “rigore” della conoscenza accreditata dai libri di testo.

SVOLGIMENTO DELLA LEZIONE-SPETTACOLO

La messa in scena si è articolata in tre tempi, nel corso dei quali tre personaggi ( un maestro pittore e due suoi allievi ) hanno dibattuto sulla visione, le ombre e le immagini luminose della camera oscura.

Prove: Maestro e i due allievi

Prove: Maestro e i due allievi

Il più giovane dei due allievi, Miriana Moretti, ha dato voce alle concezioni di senso comune, contrastate dalla visione più critica dell’allievo più anziano, Roberto Mercuri; il maestro, Ettore Fedeli, ha svolto il ruolo di mediatore, favorendo con ragionamenti ed esperimenti, il passaggio dalle concezioni spontanee alla visione scientifica.

 

La scelta di ambientare il dialogo nella bottega di un pittore è nata dai suggerimenti di Stefano Bracalente circa la utilizzazione della camera oscura da parte dei pittori (si veda il paragrafo I pittori e la camera oscura nel capitolo dedicato alla camera oscura) .

Più in generale, tuttavia, abbiamo pensato che fosse doveroso riconoscere che sono stati i pittori, prima ancora degli ottici, ad affrontare in modo approfondito i problemi connessi con la luce, i colori e la visione.

Lo spettacolo ha avuto un piccolo Prologo, quando agli spettatori che entravano in sala è stato offerto in ricordo della serata l’ologramma del “maialino” ( ovviamente inafferrabile ).

Nel primo tempo si è proposta la riflessione sul buio : il buio come sostanza, le paure dei bambini, la scoperta della natura intersensoriale e psichica dell’immagine, il potere evocativo della parola e della musica. In particolare abbiamo fatto seguire all’esperienza congiunta del buio e del silenzio la lettura de L’infinito  di Leopardi ed una sintesi de  L’udito  di L. De Luca, interpretato da A. Baggi, tratto dal CD “Cinque sensi, cinque voci” .

Adamo ed Eva

Adamo ed Eva

Nel secondo tempo si è sviluppato il tema delle ombre. Dalla lenta apparizione della luce iniziale ( Fiat lux! ) si è passati alla creazione dell’uomo e della donna come ombre, definite dal contrasto di chiaro e scuro.

Ad essa è seguita la scoperta della relazione di proporzionalità tra ombre e distanze.

 

Ombra multipla

Ombra multipla

Mediante il ricorso a sorgenti multiple è stata definita la nitidezza dell’ombra come grado di sovrapposizione di una molteplicità di ombre elementari, giungendo, infine, alla scoperta della compresenza nell’ombra della forma del corpo e della forma rovesciata della sorgente.

Attraverso il Mito della caverna di Platone è stata proposta, inoltre, una riflessione sul valore conoscitivo delle immagini.

Nel terzo tempo sono state trattate le immagini luminose della camera oscura, mostrandone la sostanziale analogia con le ombre ( immagini in negativo e positivo ).

E’ seguita, quindi, una riflessione sulla utilizzazione di queste immagini in ambito pittorico, prefigurando l’avvento della fotografia e il suo rapporto con la pittura.

L’anatomia dell’occhio e la riflessione sulla natura cerebrale dell’immagine hanno preceduto l’appello finale ad andare oltre le apparenze delle immagini mediante una consapevolezza critica che solo la scuola può dare.

Nonostante i limiti di tempo disponibile e di inesperienza teatrale, i risultati sono stati apprezzabili ed incoraggiano a tentare una ulteriore evoluzione della messa in scena.

Le reazioni degli alunni, oltre che del pubblico più adulto, ci hanno confermato che anche la scienza può essere oggetto di teatro e fonte di emozione legata al ragionamento.

 SCENEGGIATURA

 

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