L’ombra dell’uomo

                                                    L’OMBRA DEL CORPO UMANO


Tra le ombre da proiettare quella del corpo umano sarebbe certamente la più suggestiva, soprattutto se un attore nascosto dallo schermo cominciasse per suo tramite ad intessere un dialogo con gli spettatori.

Con gli allievi del IV D del Liceo Scientifico abbiamo fatto un esperimento molto interessante. Abbiamo iniziato  il nostro dialogo sulla visione partendo dal buio completo e lo abbiamo proseguito attraverso la nostra ombra  proiettata su uno schermo di carta traslucida, interposto tra noi e i ragazzi. Poiché non ci eravamo mai incontrati prima di allora, la nostra conoscenza reciproca e il dialogo, si sono svolti unicamente attraverso le nostre voci ed il tramite suggestivo dell’ombra, creando attese e previsioni che avremmo verificato solo in un secondo tempo.

Per il momento ci accontenteremo dell’ombra  muta e fissa di un modellino del corpo umano, come quello che si usa per le esercitazioni di disegno.

 

L’OMBRA DI OGGETTI GEOMETRICI PIANI E SOLIDI

Ombre di un certo interesse sono quelle proiettate da figure piane e solide come: triangoli, rettangoli, dischi, coni, piramidi, cubi e sfere. Opportunamente disposti i triangoli scaleni formano ombre equilatere, lati paralleli appaiono convergenti, dischi circolari formano ellissi  e così via proseguendo nell’inganno prospettico.

In realtà le ombre descrivono fedelmente i profili che gli oggetti oppongono alla luce. Il fatto è che non basta un’unica proiezione sul piano dello schermo per  risalire alla forma tri-dimensionale di essi.

Solo quando cominceremo a ruotare gli oggetti la loro forma potrà essere  riconosciuta  dalle modificazioni subite dalle ombre.

L’avvicinamento degli oggetti o il loro allontanamento della sorgente modifica, invece, la dimensione dell’ombra, ma non la sua  forma.

Giochi d’ombra ben più raffinati sono in grado di realizzare artisti come

Shigeo Fukuda, mostrando quanto possa essere distante la forma dell’ombra da quello dell’oggetto proiettato dalla sorgente luminosa.

Da grovigli informi di ferraglia ( nel primo  caso si tratta di posate, forchette e cucchiai) o mucchi di cartacce l’artista riesce a ricavare forme ben definite attraverso una opportuna disposizione della sorgente.

 

Lampadine e candele: ombre “ vive ”ed ombre “ congelate “

Sostituendo alla lampada puntiforme la fiamma di una candela si determinano alcune modifiche interessanti nelle ombre degli oggetti.

In primo luogo, a causa del tremolio della fiamma, le ombre appaiono più vive e vibranti. Con l’avvento della luce elettrica le ombre sono, invece, diventate fisse e più fredde , quasi congelate.

In secondo luogo la fiamma non essendo una sorgente puntiforme produrrà un’ombra meno nitida. Pur tuttavia, tenendo  la candela ad una distanza sufficiente dallo schermo, questo inconveniente potrà essere ridotto al minimo.

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