Questione culturale e pedagogica

Quella che abbiamo sviluppato fino a questo punto, non è una semplice questione terminologica limitata ad un terreno circoscritto come quello dell’ottica geometrica.

La distinzione tra immagini reali ed immagini virtuali non può non richiamare, soprattutto in un momento di formidabile sviluppo delle tecnologie digitali, il dibattito in corso su quella che viene ormai definita realtà virtuale.

Si tratta di un ossimoro, cioè di un accostamento retorico tra due termini opposti, oppure di una sintesi tra aspetti complementari?

L’impostazione corrente, che contrappone l’immagine reale a quella virtuale, sembra corrispondere alla prima ipotesi. Quella che noi stiamo sviluppando sembra rientrare, invece nella seconda.

Sul piano culturale e pedagogico la questione è tutt’altro che trascurabile.

Quanti timori vengono espressi da genitori e insegnanti, riguardo al rischio che l’invadenza delle pratiche digitali ( videogiochi, social network, internet, telefonia mobile, I-Pad ) possa provocare una sorta di distacco dalla vita reale e di fuga in una dimensione virtuale.

E, sul versante opposto, quanta enfasi nel preconizzare l’avvento di un mondo sempre più dematerializzato nel quale gli oggetti materiali  saranno sempre più sostituiti da processi e servizi di tipo virtuale.

La questione merita, quindi, una riflessione più approfondita, anche perché ognuno dei due termini trascina con sé un groviglio di annose questioni filosofiche non del tutto risolte e di possibili equivoci linguistici e concettuali.

Al termine reale si associano normalmente quelli di vero, effettivo, certo, evidente, esistente, visibile, tangibile, fisico, positivo, provato, concreto; un’altra associazione che va considerata con particolare attenzione è quella con il termine materiale.

Il termine virtuale, al contrario, viene associato a quelli di potenziale, possibile, teorico, irreale, falso, illusorio, sognante, apparente, immaginario, ideale, intellettuale, spirituale, astratto , immateriale.

A nostro avviso, la contrapposizione dei due termini, largamente diffusa nella trattazione corrente, finisce per ingarbugliare ancora di più la questione complessiva.

Tutto il dibattito, ad esempio, sulla presunta de-materializzazione che il virtuale opererebbe sulla realtà, non fa altro che rafforzare una identificazione del reale con il materiale, trascurando il fatto che il concetto di materia risulta, a sua volta,  ancora largamente da chiarire in modo definitivo.

A questo groviglio di questioni dedicheremo il prossimo Capitolo, facendo riferimento a due degli autori che hanno particolarmente approfondito la tematica del rapporto tra reale e virtuale: Tomas Maldonado (  Reale e Virtuale, Feltrinelli, 1993 ) e Pierre Lévy ( Il virtuale, Raffaello Cortina Editore, 1997 ).

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